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Ottobre 14, 2025

Talent & Tonic: generazioni, tecnologia e futuro del lavoro

Il format di eventi firmato nCore HR che porta il dibattito su AI e recruiting da Roma a Milano, tra esperienze concrete e nuove visioni del lavoro.

Come si può costruire un dialogo autentico tra persone e tecnologia, tra generazioni diverse e una nuova idea di lavoro guidata dall’AI?

Talent & Tonic, il format di eventi firmato nCore HR, ha portato questo confronto da Roma a Milano, riunendo professionisti, aziende e recruiter per esplorare il futuro della talent acquisition.

Un viaggio tra AI, generazioni e nuove culture del lavoro, dove tecnologia ed empatia si incontrano per ridisegnare il modo di attrarre e valorizzare i talenti.

Roma: l’equilibrio tra AI e intuito umano

La prima tappa del Talent & Tonic, ospitata a Roma il 25 settembre 2025, ha aperto il confronto con una domanda che oggi attraversa ogni ufficio HR: può l’intelligenza artificiale migliorare la selezione del talento senza ridurne l’umanità?

Nel talk “Recruiting & AI”, esperti e professionisti hanno discusso di come la tecnologia stia ridefinendo la Talent Acquisition: tra efficienza, inclusione e la necessità di preservare il giudizio umano.

AI e differenze strutturali nel mercato del lavoro

Alessandro Celeste (LHH) ha offerto una panoramica sullo scenario attuale: le differenze tra PMI e grandi aziende restano marcate, sia nell’organizzazione dei processi HR che nell’adozione delle nuove tecnologie.
I dati parlano chiaro: le grandi imprese offrono retribuzioni mediamente superiori del +25%, una copertura welfare del 75% (contro il 30% nelle PMI) e programmi di formazione più diffusi (70% vs 35%).
Anche sul piano digitale il divario è evidente: il 70% delle grandi aziende utilizza piattaforme ATS e strumenti di AI, mentre tra le PMI la quota scende al 32%.

Per Alessandro, la sfida non è solo tecnologica, ma culturale: “il recruiting del futuro non si misura solo in efficienza, ma nella capacità di coniugare dati e relazioni.”
Un messaggio che trova eco nelle aspettative della Generazione Z, per cui formazione e sviluppo delle competenze rappresentano la priorità assoluta.

L’AI come strumento democratico

A raccogliere il testimone è stata Francesca Marsico, Sales manager di nCore HR, che ha introdotto una visione complementare: l’AI come alleato democratico della selezione, in grado di ridurre bias e garantire processi più trasparenti e inclusivi.

“La Talent Acquisition non deve deludere le promesse della Talent Attraction. Ogni candidato si aspetta coerenza tra ciò che un’azienda comunica e ciò che realmente offre durante il processo di selezione.” – Francesca Marsico

Grazie all’AI è possibile ridurre i tempi di assunzione fino al 40% e abbattere i costi del 30%, liberando i recruiter da attività ripetitive per concentrarsi sull’aspetto più strategico: conoscere le persone.

Tra le funzionalità di nCore HR che incarnano questa visione, troviamo:

  • Ranking AI, per uno screening oggettivo e rapido dei CV;

  • Candidatura via WhatsApp, che rende il processo 100% mobile e accessibile;

  • Assessment personalizzati con feedback immediati;

  • Killer Questions e video interview AI, che valutano coerenza, sicurezza comunicativa e autenticità.

La tappa di Roma ha rappresentato così la dimensione culturale del cambiamento: il punto in cui i recruiter imparano a diventare data translator del talento, capaci di leggere i segnali digitali senza perdere la capacità di ascoltare le persone.

Milano: la Gen Z e la nuova cultura del lavoro

Dopo la riflessione valoriale di Roma, la tappa milanese, ospitata il 1° ottobre, ha spostato l’attenzione su un’altra grande trasformazione: come attrarre, comprendere e valorizzare la Gen Z, la prima davvero nativa digitale ma anche la più attenta a coerenza, purpose e autenticità.

Nel panel moderato da nCore HR, le testimonianze di Paola Incardona e Michela Tomesani hanno offerto due prospettive complementari: da un lato la trasformazione digitale dei processi, dall’altro la ridefinizione del rapporto tra azienda e persone.

Saipem: il recruiting come esperienza

Per Paola Incardona, HR Manager di Saipem, l’innovazione non è solo questione di strumenti, ma di esperienza.
Saipem, con il supporto di nCore HR, ha ripensato la candidate experience in chiave fluida e coinvolgente: un percorso che si adatta al ritmo di ciascun candidato, mantenendo però un contatto umano costante.

Grazie alla gamification, i candidati possono “vivere” l’azienda prima ancora di entrarvi, attraverso simulazioni e storytelling esperienziale che raccontano il lavoro dietro le tecnologie sostenibili.
Un approccio che parla la lingua della Gen Z: mobile, immediata, orientata al work-life balance e alle esperienze autentiche.

Gruppo San Donato: l’ascolto come leva di engagement

Michela Tomesani, Talent Acquisition & Employer Branding Manager di Gruppo San Donato, ha raccontato la sfida di un grande gruppo sanitario in cui oltre un quarto dei nuovi assunti appartiene alla Gen Z.
Per lei, la chiave è costruire percorsi meno gerarchici, più esperienziali e personalizzati, in cui il dialogo sostituisce la distanza.

“I giovani non cercano solo un lavoro, ma un contesto che rispecchi i loro valori, ha sottolineato Tomesani, “trasparenza, crescita e autenticità sono le nuove priorità.”

Con nCore HR, Gruppo San Donato ha potuto uniformare i processi di selezione su scala nazionale, migliorando coerenza e tracciabilità, ma senza sacrificare la specificità delle singole strutture locali.
Un equilibrio che unisce efficienza e identità, digitalizzazione e vicinanza umana.

La tappa di Milano ha mostrato come AI e ATS possano realmente migliorare la qualità del matching e l’esperienza dei candidati, a patto che la tecnologia resti al servizio dell’ascolto e della relazione.

Se Roma ha rappresentato la riflessione culturale sul rapporto tra uomo e macchina, Milano è stata il laboratorio operativo del cambiamento, dove la Gen Z e l’AI si incontrano per costruire una nuova cultura del lavoro.

Due tappe, un’unica visione: tecnologia al servizio dell’autenticità

Da Roma a Milano, Talent & Tonic ha dimostrato che l’innovazione HR non è solo una questione di strumenti, ma di mentalità.
La sfida non è automatizzare la selezione, ma umanizzare la tecnologia, rendendo i processi più etici, trasparenti e centrati sulle persone.

Le aziende che sapranno unire empatia e innovazione saranno quelle capaci di attrarre non solo competenze, ma anche fiducia e senso di appartenenza.

Domande frequenti

L’AI può davvero rendere i processi di selezione più umani?

Sì. Se usata in modo etico e trasparente, l’AI libera i recruiter dalle attività ripetitive, permettendo loro di concentrarsi sugli aspetti più relazionali e strategici.
nCore HR integra strumenti di AI per screening e valutazione, ma lascia al recruiter l’ultima parola, mantenendo intatto il valore del giudizio umano.

Come cambia la candidate experience per la Gen Z?

La Gen Z cerca esperienze trasparenti, fluide e coerenti con i valori aziendali.
Vuole processi digitali ma non impersonali: step chiari, comunicazione diretta e interazione autentica.
Strumenti come gamification, video interview e candidature via WhatsApp migliorano l’engagement e costruiscono fiducia con le nuove generazioni.

Quali vantaggi porta l’AI alle aziende in termini di tempi e costi di recruiting?

Le aziende che integrano l’AI nei processi HR registrano una riduzione del time-to-hire fino al 40% e un calo dei costi di selezione del 30%.
Oltre all’efficienza, l’AI migliora la qualità del matching e la candidate experience, rendendo la selezione più mirata e strategica.

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